Intenzione di DICEMBRE 2023
CENTRO NAZIONALE MILIZIA DELL’IMMACOLATA
presso Collegio San Bonaventura - Seraphicum
Via del Serafico, 1 - 00142 Roma - Tel. 06 51503273
centroITALIAMI@GMAIL.COM
Perché
impariamo
da
Maria,
Signora
del
silenzio
e
della
speranza,
a
vegliare
fino
alla
nascita
del
Dio
Bambino, Luce che illumina le tenebre del mondo e dona pace ai nostri cuori.
Lc.
2,6-7:
E
avvenne
che
mentre
erano
là,
si
compirono
i
giorni
della
loro
nascita.
Diede
alla
luce
il
suo
figlio
primogenito,
lo
avvolse
in
fasce
e
lo
depose
in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
SK
1236:
A
cosa
pensavi,
o
Immacolata,
quando
deponi
per
la
prima
volta
il
divino
Bambino
su
quel
filo
di
fieno?
Quali
sentimenti
hanno
riempito
il
tuo
cuore
mentre
lo
avvolgevi
in
fasce,
lo
tenevi
vicino
al
tuo
cuore
e
lo
allattavi?
…!
quali
sentimenti
di
umiltà,
di
amore
e
di
gratitudine
devono
aver
riempito
il
tuo
cuore
mentre ammiravi l'umiltà, l'amore e la gratitudine di Dio incarnato verso di te!
Riflessione:
La
nascita
del
nostro
Salvatore
è
la
"festa
delle
feste"
di
lingua
francescana.
La
tenerezza
del
Bambino
di
Betlemme
è
una
luce
che
illumina
l'intera
storia
dell'umanità
e
chiarisce
la
grandezza
del
disegno
di
Dio
sull'essere
umano.
Il
Natale
ricorda
che
anche
i
membri
del
M.I.
devono
essere
madri
del
Salvatore:
madri,
quando
lo
portiamo
nel
cuore
e
nel
corpo,
per
amore
e
per
una
coscienza
pura
e
sincera;
e
lo
facciamo
nascere
attraverso
opere
sante,
che
dovrebbero illuminare gli altri come esempio.
La
gioia
del
Natale
deve
risvegliare
in
ogni
milite
la
tenerezza
dell'amore;
Questa
festa
di
Luce
deve
illuminare
i
volti
di
quanti
si
sono
affidati
all'Immacolata
perché,
come
Lei,
si
prendano
cura
di
quella
luce
e
la
portino
a
quanti
vivono
nelle
tenebre
e
nell'ombra
di
morte.
Che
il
Natale
sia
occasione
per
tornare
all'amicizia
con
coloro
con
cui
abbiamo
difficoltà,
per
ricostruire
rapporti
rovinati,
per
allontanare
dal
nostro
cuore
rancori
e
rancori.
Stiamo
attenti
in
questo
momento
a
non
cadere
nel
saluto
secolarizzato
delle
"buone
feste", perché non celebriamo un'altra festa, ma l'incarnazione del Figlio di Dio.